domenica 24 marzo 2013

This is our winter

L'inverno è finito, la primavera è entrata...
sembra solo che faccia capolino, anzi, quasi disturba questo suo bussare. Le cascate sono finite, nevica neve pesante che riempie le goulotte, il cielo grigio non ci lascia ancora scendere le grandi pareti in perfetto "firn", ma soprattutto la "polvere" non c'è più...
E allora non resta che ricordare tutte le giornate passate a caccia di "powder", tutte le giornate rubate al lavoro studio e famiglia, tutti gli impegni ed i guai che abbiamo creato sottraendoci ai nostri doveri per tritare quei 20 centimetri di neve nuova...
Siamo pazzi, non per i rischi che corriamo, ma per quello che investiamo per vivere il nostro inverno...
Perchè?
This is our winter!

lunedì 18 marzo 2013

RAINBOWALL

Val Susa trad...
Marzio Nardi dixit: "Tromba, scendi giù una volta a dare un'occhiata, ero passato una volta con Oscar... Gli abbiamo dato il nome ma poi bo', non mi ricordo perchè, non abbiamo combinato nulla..."

è un freddissimo giorno Marzolino quando io e Aziz (l'arabo) scendiamo dalla "falesia dell'alta tensione" e andiamo a dare un'occhiata... subito resto scettico, sembra il solito granito a tratti un po' "cotto" che caratterizza Borgone e dintorni. Non che sia una brutta pietra, anzi! Il fatto è che sembra il solito piccolo sasso con un bellissimo tiro e altre cinque o sei pattumiere che gli ruotano intorno.
Li scatta però la fine mente dell'arabo: "Tromba, ma quelle son fessure!" Be', non ci voleva molto a capirlo, ma sapete, a volte in casa si è più ciechi che altrove...

Accesso:
Nel centro di Borgone bisogna prendere via Falco fino a Gandoglio. Da qui prendere una ripida asfaltata a destra con indicazioni Gollie/Campo Durando. Dopo 1,5km circa parcheggiare in corrispondenza del palo del telefono "54" ove è posta anche una caratteristica panchina di pietra con marcata una "R".
Il sentiero è in discesa e per imboccarlo bisogna entrare nella casa davanti al parcheggio. Entrare proprio nell'orto di casa, dove dei vaghi bolli rossi segnano il sentiero, il quale però non va seguito tutto, ma in prossimità della parete bisogna lasciarlo per dirigersi appunto verso "Reinbowall".

I tiri:
Appena arrivati una bella fessura sbatte contro uno spigolo, questa è Tipson 6c R4 15m
Friends fino al 3 per la fessura e poi 3 ch. uniti proteggono il passo chiave (in spigolo) abbastanza esposto.

In centro alla parete c'è L'arabo felice 6b R2 28m.
Bella e varia richiede tutti i tipi di incastro. Friends  da 0,4 a 4; eventualmente due 3.

Rainbowall  7a R3 27m  è la linea quasi perfetta. Parte su un chiodo abbastanza sicuro presentando un blocco d'entrata non facile. L' R3 è data mettendo le protezione, con le protezioni in posto è molto più facile, R2.
Friends fino all'1, ma sono più adatti nut medi.

Sempre molto bella ma purtroppo molto meno lunga è Cobra crick 6b+ R1 18m, posta alla sua destra.
Incastri di mano e pugno, friends dallo 0,5 al 3. 

Jamanahure Mana, Anticaprie.
Colgo l'occasione per segnalare una bella novità alle porte di Torino...
Molte volte ho guardato quelle linea che pare impossibile...
Ho anche cercato di avere informazioni su un eventuale prima libera, la più attendibile è quella di Giorgio Pastore, altissimo di statura e specialista valsusino l'ha liberata diversi anni fa passando molto a sinistra...  "8a morfo" venne dichiarato, ma quanto a sinistra si passasse è difficile dirlo, visto che una tacca fondamentale per quel metodo pare si sia rotta, anche se non è chiaro quando...
Insomma ho cominciato a cercare le prese anch'io, e le ho trovate in una variante sinistra che differisce di circa 1 metro e mezzo rispetto alla chiodatura originale.
Nasce Jamanahure Mana var. sx 7c(hard) 12m. Un piccolo gioiello!

mercoledì 6 marzo 2013

Val Susa invernale...

...e i misteri dei ripidisti...

Cinque anni fa ero uno sciatore mediocre. Ero stato costretto ad imparare la disciplina all'età di 18 anni per affrontare le selezioni da guida alpina, poi però non avevo mai coltivato la passione. Esistevano quelle giornate chiamate "powder-day": andare con gli impianti dopo le nevicate in bei posti per "tritare"più polvere possibile e poi esisteva lo sci alpinismo: confinato alla mia attività con i clienti per scendere le montagne più classiche.
Poi ho conosciuto una banda di scalmanati, purtroppo per me molto più giovani, che vivevano seguendo il verbo di "Ripido", una raccolta di discese principalmente in Alpi Cozie e Graie...
Cominciamo a collezionare alcune discese di questo piccolo vangelo, scegliendo fra le più sciabili.
E si, ho detto proprio sciabili, perchè dovete sapere che il vero ripidista non è alla ricerca della curva più bella della vita, ma gode nella verticalità della linea e dell'inclinazione della discesa: più è ripida ed esposta, più è ambita e prestigiosa!
Viene da se che alcune discese sono un po' strane, e forse non proprio un inno al "free-ride".
Ligi al testo, per qualche anno imitiamo gli autori nella scelta delle condizioni: le pareti "esposte" si scendono su neve trasformata e vanno salite dallo stesso itinerario di discesa per studiarne le condizioni (e anche per far fatica, perchè mi sono convinto che il vero ripidista vuole fare fatica!)

Ma noi siamo dei free-rider! A noi la fatica piace poco!
Insomma fra un Rocciamelone in neve trasformata e una Ovest del Boucher su crosta portante iniziamo a vedere i video dei ragazzi di Cuormayeur: Civra, Capozzi e soci...
Cavolo, scendono tutto in polvere! Su qualsiasi inclinazione, dalla Brenva alla Tour Ronde...
Il pensiero quindi sorge spontaneo: perchè cavolo andiamo a scendere il Niblè ad Aprile salendo di notte anzichè scenderlo a gennaio a mazzogiorno in powder?
Solo perchè ne abbiamo visto le foto sui libri? Quelli di Cuorma mica staccano valanghe, sono dei maghi oppure anche la "polvere" può esser sicura?
E qui scatta il campanilismo, parchè se io dovessi innamorarmi di uno sport che dista dalla mia vita 160 km (ma soprattutto 80€ di viaggio) cambierei subito amore. Fortunatamente la val Susa di inverno si trasforma e fra Cesana, Sestriere, Monginevro, Bardonecchia e Moncenisio ci sono alcune fra le discese più belle e comode delle Alpi Occidentali.
Qui scatta anche un dubbio: scendere in polvere vuol dire anche salire in polvere e salire in polvere è mortalmente faticoso; infatti i ragazzi di Courma sono degli atleti pazzeschi mentre noi no!

Ma noi abbiamo un asso nella manica: le Boucles!

Una di queste è sicuramente il couloir Nord-Est dello Chaberton 

Un'altra è più nascosta: la parete Nord-Est del Roc del Boucher.
Fattibile in "boucle" (anello) presenta una salita dolce, dalla via normale della valle di Thures, per poi regalarti una discesa esposta e a tratti inquietante...

Avrete quindi compreso che il problema è che salire sulla polvere è faticoso, quindi il trucco è cercare una salita con poca neve dura per una discesa con tanta neve soffice. 
Sul Boucher si riesce, ma a noi non basta,  a noi non piace far fatica e siamo troppo poveri per l'elicottero, noi non vogliamo salire 1700m per scenderne 1700.... vogliamo molto di più...
La nord della Chalanche Ronde, grazie agli impianti di Monginevro obbliga a soli 700m di salita per una discesa di 1700 che sfocia a Desertes (Oulx).
Altra boucle eccezionale è il canale Nord della Pierre Menue, questo giro inizia con gli impianti della Norma (Modane). Vero è che obbliga comunque a 1400 metri di salita per "soli"1700 di discesa, ma per arrivare a quota 2000 dove inizia la via normale della salita si scende prima un bellissimo canale di 700m sovente in powder; quindi la discesa è pressochè raddoppiata rispetto alla salita.
E per ultima, ma solo in questo mio articolo, è la Pointe de Pécé. Sempre con i magici impianti di Monginevro si è costretti a tanti km di spostamento, ma a poca salita, per poi scendere una delle pareti più ludiche che esistano da noi...