mercoledì 18 aprile 2012

Aimonin: il restauro.


Progetto Manlio Motto

Manlio Motto è uno dei più forti apritori su roccia di tutti i tempi.
Inutile riportare qui il suo immenso curriculum che sicuramente voi appassionati ben conoscoscete; è invece importante capire che l'arrampicata su vie lunghe di buon livello nelle alpi occidentali è soprattutto figlia sua.
Traendo sicuramente ispirazione dallo stile di Mischel Piolà (col quale ha aperto diverse vie meravigliose) Motto inventa in Piemonte "la via perfetta"...
Proprio nelle valli intorno alla sua Ivrea, quindi in Orco per prima, Manlio cambia faccia allo spit.
Fino ad allora i microappigli e microappoggi che caratterizzano l'arrampicata su muro del nostro gnaiss, avevano spinto gli apritori verso un uso disomogeneo dello spit: o molto vicini senza tentare di arrampicare fra spit e spit o molto lontani in quanto l'apritore partiva eroicamente su una difficoltà che sperava di dominare, fermandosi solo la dove era abbastanza comodo per usare un piantaspit manuale (o solo in rari casi il trapano). Con Motto ed il mitico trapano Hilti T10 le cose cambiano!
Lui, riesce a scalare su tratti di 2-3 anche 4 metri di tacche, in muro aperto, verticale o leggermente appoggiato e fermarsi... Fermarsi per trapanare tenendo una listarella da mezzo centimetro e raramente riuscendo a mettere un cliff-anger, che su questo gnaiss poco si presta all' uso. Il tutto su tratti di arrampicata di 6b, 6c ed a volte anche 7a!


Nasce così l'obbligatorio e la sua ricerca! L'obbligatoriomania l'ho percepita nascere nella metà degli anni '90, proprio mentre iniziavo a scalare. Oggi si è forse affievolita ma per più di un decennio era il parametro maggiormente considerato per definire la reputazione di una via; infatti all'epoca sulle vie di Manlio non si parlava tanto di libera integrale ma piuttosto di "sei passato?" , al punto tale che solo dopo più di vent'anni dalla loro apertura alcune vie dell'Aimonin e del Cubo in valle Orco sono state liberate.