mercoledì 31 agosto 2011

Al Vittorio Emanuele si scala!

Un modo differente di vivere uno dei rifugi più commerciali delle alpi...
Il rifugio è situato in un posto incantevole e l'ottima accoglienza fa si che la permanenza sia ancor più piacevole... e poi c'è la roccia!
La pietra è, a tratti, di qualità veramente superiore; degna di alcune placche del Monte Bianco si presenta rossa e a ghiandoni.
Con questo spot voglio consigliarvi una bella idea per due giorni di bel tempo, ancora realizzabile fino alla metà di settembre:
Il primo giorno potete salire con comodo al rifugio per una scalata pomeridiana al Ciarforin.
Questa parete, esposta a sud Ovest, presenta numerose vie di varie difficoltà; le relazioni complete si trovano su un ottimo disegno appeso al rifugio. A mio parere sono interessanti due vie, le quali a tratti trovano la roccia migliore della zona.
"I segreti del guardiaparco" è stata aperta da Valerio Bertoglio nell'86; 6b è la sua difficoltà massima e sale in bellissimi diedri da proteggere; qualche chiodo in posto e soste ottimamente riattrezzate recentemente; una serie di friends fino al 2 è sufficiente.
Scendendo poi, non potete mancare il presunto 7b di "Jasmin", una placca veramente estrema che, a nostro parere, è già solo 7b fino ad un passo che ci è parso quasi impossibile... Questa è ovviamente aperta dal superfantaplacchista Maurizio Oviglia, il quale è riuscito a regalarci un sonoro 6b+ obbligatorio.
Il secondo giorno tocca ad "Alison"!
Ricordate la copertina di "Rock Paradise"? ...c'è una foto di un totem roccioso ed un disegno stilizzato, beh, quella è "Alison" alla punta Marco.
Aperta da Maurizio Oviglia con Edo Demarchi nell'estate '97, la via sale una delle due pareti più interessanti della zona (l'altra è la bacca di Moncorvè, ma in questa la pietra non è certo bella). Non certo per i movimenti o l'estetica di ogni tiro, bensì per l'intuizione e la ricerca del buon itinerario che io l'ho reputata via interessante, bella e degna di esser consigliata. Unico difetto ne è il tiro di 7c, il quale non è in linea con il resto della via; neanche per impegno, essendo stato l'Oviglia troppo bravo: è riuscito in questo tiro a dare un potente 6b obbligatorio, difficoltà che non si incontra in nessun altra lunghezza.
Poteva a mio avviso esser evitato più a sinistra, facendone uno in comune con la via di Carlo Giorda. Queste son però visioni diametralmente opposte: L'Oviglia ha fatto di tutto per non avere tiri comuni ad altre vie, mentre io, attraverso un restyling, avrei approfittato per dar risalto ad alcuni tiri meritevoli come il muro centrale della via del Giorda attualmente in totale abbandono.
Dopo il bastone tocca alla carota, e qui la carota è il totem finale!
Incredibile: le altre tre vie della parete l'avevano evitato, invece è proprio li che la via prende senso, ed è per quel monolite che ammirate ogni volta che salite la normale del Granparadiso che, prima o poi metterete le mani su "Alison". Su questi ultimi 2 tiri la roccia diventa magnifica, come al Grand Capucin, e la cima aguzza ripaga di ogni sforzo!
Note tecniche:
la relazione dell'Oviglia su Rock paradise è ovviamente ottima. La via ha molti spit in posto, probabilmente aggiunti in discesa per indicare la linea più bella e solida. é quindi più che sufficiente
una serie di Camalot fino al 2 e 14 rinvii.
Le doppie con un po' d'occhio possono esser rapidissime ma le corde devono esser da 60 non accorciatesi nel tempo.
L'accesso invece è diventato più complesso rispetto alla descrizione originale; un crollo ha modificato il terreno: ora con molta attenzione bisogna superare una piccola fascia di roccia grigia che si è creata sotto la pietraia basale; in discesa si fa poi una doppia su due chiodi non troppo difficili da trovare. Dal rifugio sono necessarie poco meno di 2 ore per raggiungere la scritta d'attacco. Spero che il tracciato sulla mia foto sia utile.

sabato 6 agosto 2011

Burgasser... scalare a 4000 metri!

Il 28 luglio 1935 Herbert Burgasser e Rudolf Leisz, tracciano sulla parete Sud del Dente del Gigante la via Burgasser / Leisz. La via si svolge al centro della breve giallastra e strapiombante parete Sud, la dove oggi centinaia di persone ogni estate fanno le doppie dopo aver percorso la via normale.
Per comprendere bene la bellezza di questa via dovete leggere bene la data d'apertura:
siamo nell'epoca degli assalti alle grandi pareti alpine, siamo in un epoca dove la differenza di livello arrampicatorio su roccia tra alpinisti dell'est e quelli dell'ovest è la stessa che passa fra uno stambecco ed una mucca.
Infatti questi due nomi non son certo Savoiardi...
Burgasser ha aperto interessanti vie in dolomiti e alpi centrali, fra le quali la parete Nord-Ovest della Sciora di dentro e lo spigolo nord della Turbinasca; oltre che sestogradista (grado che all'epoca aveva meno di dieci anni) era, come tutti quegli alpinisti, un ottimo artificialista, tanto che alcuni storici addebitano a lui l'uso del perforatore per mettere i primi rudimentali chiodi a pressione.


Il primo tiro è una variante che consiglio, parte più a destra dell'originale su una bella fessura diedro: 5c+.
Per visualizzare il materiale che potevano avere a quell'epoca tornate con la mente alle immagini di Emilio Comici che scala alle "Cinque torri": scarpe morbide (tipo Clark) con suola in feltro (la mania dello scarpone rigido arrivò ben dopo), corda di canapa con la quale si faceva anche l'imbrago e non avevano chiodi in acciaio concepiti per lavorare in torsione. Son sicuro che abbiate già visto quei chiodi dritti con anellino mobile... beh, avevano solo quelli oltre a qualche cuneo di legno.
Quello che colpisce di questa linea è che non segue fessure evidenti, semplicemente perchè a volte non ci sono! Gli apritori, con quel materiale appena descritto, chiodarono esili fessure zigzaganti per strapiombi e dove queste non c'erano furono costretti a lunghi tratti di arrampicata (interessanti anche oggi con le scarpette)!
Veniamo al dunque: Perchè vi racconto di questa via?
Perchè scalare a 4000 metri su passagi di 6c è un'esperienza unica; non l'avevo mai provata, anche perchè l'unico altro posto dove avevo scalato a quella quota è il Pilone centrale del Freney, e li di certo i 6c/7a non li ho provati....
Il dente è assai più comodo del Pilone e su quei tiri corti puoi "dargliene" fino al volo!
è incredibile la differenza di sforzo che si compie tra scalare ai 3500/3600 dell'Aguille du Midi e i 3800/4000 del dente: ogni passo fisico mette a dura prova la respirazione, e se per caso forzi il "blocco" un Doberman ti morde l'avambraccio!
Insomma provare per credere!
Il secondo motivo è che cerca,cerca non ho trovato una sola relazione adatta ai ripetitori del terzo millennio, ne su internet ne su carta!
Spero con questa mia di essere utile a tutta la comunità:
L1: l'originale atacca in un evidente rampa obliqua (sinistra-destra) all'estrema destra della conca detta "salle à manger". Consiglio invece una bella fessuretta di 10 metri posta una trentina di metri più a destra in corrispondenza di uno spit con maillon. 15m 5c+ sosta a chiodi.
L2: bel diedro di 6b purtroppo nella prima metà all'ombra. Per trovare corretto questo grado bisogna, dove questo strapiomba, traversare 3 metri a destra fin su spigolo-placca e ritornare a sinistra in fessura (un po' sprotetto, 5c+ obbl.); da qui dritti nel diedro fino in sosta a spit. 25metri.
L3: Strapiombo di sezione fisicissima, oggi protetto a spit, ne è difficile anche il ribaltamento.
Difficile capacitarsi di come alcune relazioni parlino di 6b+, già dichiararlo 6c+ vuol dire dare un grado da "boulderista incazzato"... vien da pensare che la libera dichiarata in relazioni precedenti passasse a destra rispetto al restyling attuale. 6c+? 20metri.
L4: 15 metri, perfetti, dritti, diedrissimo: 6b!
L5: Attenzione, dalla sosta non vedete più nulla! si traversa 15 metri a sinistra su roccia particolarissima, poi si segue l'evidente diedro facile su pietra non perfetta superando molti comodi gradini da sosta. Consiglio di non fermarsi alla comoda sosta a spit per due ragioni: la prima è che spesso c'è coda di chi scende in doppia, la seconda è che è meglio far pesare la corda in questo tiro facile che in quello dopo, che è già lungo e difficile. Quindi sostare su chiodi in corrispondenza di un piccolo gradino posto prima delle difficoltà finali. 5b 55metri.
L6: Tiro chiave! Due possibilità: evidente fessura ad incastro sulla sinistra, bella e fisica, prima mano e poi camino, 6c quasi tutta da proteggere. La seconda è il tiro di A0, interamente chiodato a destra della prima; sicuramente fattibile in libera non so però darvi un grado, molto bella è la parte dopo l'artif, intorno al 6a+. 45 metri fino alla vetta di sinistra.
Materiale: La via sta avendo una rivisitazione da parte della guida alpina Gianni Carbone, il quale sta sostituendo cumuli di vecchi chiodi con luccicanti spit eterni.
Non entro nella mia opinione etica e morale ma faccio solo una considerazione: la via in epoca "del chiodo" era ripetutissima, era un obbligo di un certo curriculum d'alta quota; potete immaginare quanti chiodi e quanto ciarpame ci siano in quelle fessure... Meno peggio uno spit o quattro chiodi storti giuntati da altrettanti cordini?
Per ora sono necessari friends da 0,3 a 1 e 12 rinvii se fate l'uscita di A0; se invece optate per uscire dalla fessura di 6c bisogna aggiungere un 2 ed un 3.
Un grazie alla Blanc che ha sopportato la mie bestemmie nel tiro Boulder!
Ciao!